Ciao Tiziano.

Non eri un tifoso per cui nessuno ti ricorderà ogni santa domenica insultandoci nell’indifferenza generale poiché valiamo, economicamente e mediaticamente a livello sanzionatorio, meno di un fumogeno o di uno striscione;

Non eri un nullafacente che tirava estintori per cui nessuno si scandalizzerà per la tua morte al punto di intitolarti qualche sala conviviale a Montecitorio;

Non eri un drogato, un ladro, un rapinatore per cui la società era colpevole per le manchevolezze e doveva quindi darti sussidi, casa, lavoro perché era un tuo diritto a differenza dei “privilegiati” che come te “un lavoro” ce l’hanno;

Non eri un ragazzo morto per strada in modo tale da scatenare i giornalisti per fargli vendere le notizie: eri Carabiniere e da morto non fai notizia e nessuno esibirà la tua foto nelle piazze;

Eri Carabiniere. Eri un bravissimo ragazzo che chi ha avuto la fortuna di conoscere mai dimenticherà: professionalità, intelligenza, rapporti umani.

Ti ha ucciso qualcuno che, con una miriade di precedenti penali, in qualunque Stato serio era a marcire in galera. Qui no. Noi siamo un paese civile… e te non ci sei più. La certezza della pena e l’espiazione esistono solo per ragazzi come te.

Ciao Tiziano. La gentaglia tra due giorni non si ricorderà chi sei. Non sei tifoso, non sei nullafacente, non sei un delinquente, non sei un rissoso. Ti ricorderemo solo noi, quelli come te, quelli che sono stati con te.
Per sempre.

Ciao Tiziano

Aquila